Ma qual è il TFR minimo per cessione del quinto?
Il tempo minimo di assunzione per usufruire della cessione del quinto
Poiché il TFR è proporzionale al periodo di assunzione, esso andrà aumentando mano a mano che il rapporto di lavoro procederà. Va da sé che un neoassunto avrà meno possibilità di accedere ad un finanziamento con lo strumento della cessione del quinto, rispetto ad un lavoratore assunto da più tempo. Così ci sarà un tempo “minimo” di assunzione dopo il quale il lavoratore potrà accedere al credito contro cessione del quinto.
Per capire quale sia questo tempo “minimo” bisogna fare una distinzione tra dipendenti pubblici, statali e parastatali e, dall’altra parte, i dipendenti di aziende private che, anche in questo caso, andranno suddivisi in dipendenti di aziende del tipo SPA, SRL e COOPERATIVE e aziende del tipo SAS, SNC e DITTE INDIVIDUALI.
Dipendenti pubblici
Per i dipendenti pubblici, statali o parastatali non ci sono particolari limitazioni.
Basterà infatti essere dipendenti da soli 3 mesi per poter accedere al finanziamento, in quanto la garanzia della solidità del datore di lavoro (Ente pubblico o Stato) è già sufficiente a far dormire “sonni tranquilli” alla società o banca che ha erogato il finanziamento.
Dipendenti privati
Differente è, invece, il caso in cui a chiedere il finanziamento sia un dipendente di una società privata.
Nel caso di SPA, SRL e COOPERATIVE sarà l’assicurazione in accordo con chi erogherà il finanziamento ad accertarsi sulla solidità finanziaria dell’azienda che dovrà, con lo stipendio e il deposito puntuale del TFR, far fronte alle rate.
Purtroppo non esiste una linea comune che viene tenuta da banche e società finanziarie. Le variabili possono essere molte.
Normalmente, però, si richiede che il lavoratore dipendente abbia un contratto di lavoro a tempo indeterminato da almeno 6 mesi. Questa garanzia dovrebbe essere sufficiente a garantire all’ente assicurativo che, di fatto, assicurerà il credito, che in caso di licenziamento del lavoratore la somma potrà essere coperta almeno in parte dal TFR accumulato.
Nel caso di società del tipo SAS, SNC e DITTE INDIVIDUALI, invece, fermo restando che l’assicurazione dovrà avvertire la solidità aziendale, il dipendente dovrà essere stato assunto da almeno 24 mesi.
Anticipo del TFR
Ma se il lavoratore a tempo indeterminato che sia dipendente di una società da molti anni avesse nel frattempo richiesto un anticipo (come è nei diritti dei lavoratori) sul TFR?
La questione, in questi casi, cambia e dovrà essere indubbiamente valutata dalla società finanziaria in accordo con la compagnia assicurativa che dovrà assicurare il debito.
Come si vede, quindi, le variabili sono numerose e andrebbero analizzate caso per caso, dalla banca o dalla società di finanziamento presso la quale ci si è rivolti per l’erogazione del prestito con cessione del quinto.
Cessione del Quinto No TFR
Una soluzione alternativa potrebbe essere la Cessione del quinto No TFR di cui si sente oggi sempre più spesso parlare. Si tratta di una trattamento particolare rivolto ad alcune categorie di lavoratori (normalmente quelli appartenenti a enti pubblici o dipendenti di grosse società per azioni, a responsabilità limitata o cooperative sociali). Questi lavoratori, infatti, hanno alle spalle società dalla solidità garantita, tale da poter ovviare all’estinzione del debito.
Anche in questo caso, però, ogni ente creditizio agisce in maniera differente. Il consiglio è quello di rivolgersi ad un’agenzia bancaria o ad una società finanziaria per avere tutti i chiarimenti del caso.
Ricordiamo che il calcolo della cessione del quinto rimane più o meno sempre invariato.