Partita Iva agricoltura, cos’è e come funziona

La partita Iva agricoltura è una posizione fiscale specifica per le aziende, i coltivatori diretti e tutti gli imprenditori che lavorano in campo agricolo.

Le aree lavorative di riferimento riguardano la coltivazione della terra e la vendita dei suoi prodotti ma non solo. La partita Iva agricola è specifica anche per chi opera in selvicoltura oppure si dedica all’allevamento, nonché per chi decide di dedicarsi alla valorizzazione dei terreni agricoli.

Quando è necessario richiedere una partita Iva agricola?

Nel momento in cui si decide di avviare un’attività autonoma e remunerativa in questi ambiti, allora il privato deve necessariamente aprire una posizione fiscale. Solo in questo modo infatti potrà rilasciare fatture ai suoi clienti e riceverne per gli acquisti che effettua per la sua attività.

Nel caso in cui, il privato sia insieme ad altri soci e decida di aprire un’impresa agricola, allora la partita Iva si collega alla società e non al singolo. La conditio sine qua non fissata dalla legge però è che almeno uno dei soci abbia la qualifica di imprenditore agricolo professionale.

Diventare IAP significa: avere competenze specifiche sia dal punto di vista tecnico che professionale. Inoltre è indispensabile dedicare la maggior parte del proprio tempo alla pratica agricola e non solo.

È indispensabile inoltre che l’imprenditore o la società produca almeno il 50% del fatturato grazie all’attività agricola.

Come aprire la partita iva agricola

Per procedere con l’apertura della partita Iva agricola è possibile rivolgersi alla Coldiretti oppure direttamente all’Agenzia delle Entrate. In questo caso si utilizza il modello ComUnica, per inviare in via telematica tutti i dati necessari.

Tra i requisiti principali a cui prestare attenzione, ci sono:

  • l’obbligo di indicare la dicitura società agricola nel nome della società;
  • l’invio di una copia di documento di identità;
  • se il terreno è di proprietà, è necessario allegare visura catastale e certificato che ne attesti il titolo di legittimo proprietario.

Per aprire la partita Iva agricola è necessario iscriversi alla Camera di Commercio, in modo da iscrivere la propria attività imprenditoriale nel Registro delle imprese.

In seguito si deve versare un diritto camerale di 100 euro e poi procedere con l’apertura della posizione fiscale con codice Ateco 01. Quest’ultima operazione è invece gratuita.

Il contributo da versare all’Inps invece è di circa 1500 euro. Ai costi di gestione per il mantenimento della partita iva agricola, è necessario aggiungere quello legato alla rendita catastale del terreno ovvero l’Irpef.

Conto corrente per partita iva agricola

Aprendo una partita iva, si andrà incontro a tante spese da sostenere, per questo anche essendo una ditta agricola, avere un conto corrente dedicato aiuta la gestione dell’azienda stessa.

Nel nostro sito potete trovare una lista di alcuni dei migliori conti correnti per ditte individuali e conti correnti aziendali.La scelta sarà sulla vostra tipologia di attività stessa.

Partita Iva agricola e i diversi regimi fiscali

Come già specificato, aprire una partita Iva significa aprire una posizione fiscale a proprio nome (o della società di cui si è socio), al fine di poter fatturare e quindi guadagnare svolgendo in maniera continuativa una determinata attività. A seconda del reddito che si produce ogni anno però, si rientra in un regime fiscale invece di un altro. Per quanto concerne la partita Iva agricola nella fattispecie, sono tre i regimi fiscali ai quali è possibile aderire.

Esonero

Pensato per tutti coloro che non riescono a fatturare più di 7 mila euro all’anno, purché almeno i 2/3 della produzione derivino da attività agricola. Il regime di esonero offre numerose agevolazioni, tra cui innanzitutto l’assenza di obbligo nel registrare le fatture. Non si devono neppure registrare i corrispettivi per liquidare l’imposta né effettuare dichiarazione Iva annuale. In ogni caso è doveroso conservare le fatture di acquisto, le copie delle autofatture dei clienti e le bollette doganali.

Speciale

In questo caso, la detrazione dell’Iva si calcola in maniera forfettaria, questo significa che la legge stabilisce una percentuale di compensazione, calcolata sul reddito totale. Nella fattispecie si tratta di aliquote legate in maniera esclusiva alla vendita di prodotti agricoli (quindi si tiene in considerazione soltanto il reddito che deriva da queste attività) e precisamente:

• 7% per bovini vivi

• 7,5% per suini, ovini, caprini, volatili, cavalli, muli e asini

• 12,5% per vini di uva fresca

In questo regime speciale, l’imprenditore deve tenere il registro dei corrispettivi, per indicare con precisione tutte le compravendite che ha effettuato nell’arco dell’anno.

Infine è obbligatorio il registro Iva per gli acquisti e uno dedicato alle fatture.

Ordinario

Non ci sono limiti, né per quanto riguarda i guadagni né per effettuare esportazioni. In linea di massima, rientrano in questo regime tutti coloro che non possono usufruire del regime speciale e che superano i 7 mila euro di fatturato all’anno.

Gli adempimenti previsti dal regime ordinario sono senza dubbio più strutturati, con obbligo di registro Iva, versamenti di Iva, imposizioni fiscali ordinarie e doveri derivanti dall’assunzione dei dipendenti.

Partita iva agricola, vantaggi e agevolazioni

A fronte di adempimenti e costi da sostenere per l’apertura di una partita iva agricola, esistono però numerosi vantaggi di cui l’imprenditore o la società agricola può beneficiare. Innanzitutto l’imposta catastale è fissa al 1%, per quanto concerne l’acquisto di terreni e implementare quindi l’attività agricola stessa.

La rivalutazione fiscale dei redditi fiscali è stabilita al 5% invece che al 15%. Inoltre l’imposta ipotecaria beneficia di una riduzione del 50%.

Da sottolineare inoltre che la partita iva agricola permette l’accesso a numerosi finanziamenti previsti nel settore. Ad esempio, vi sono finanziamenti a fondo perduto anche al 50%, grazie ai contributi Inail per l’agricoltura. E molte agevolazioni sono previste anche per l’acquisto di trattori e attrezzature per il lavoro agricolo.