Oggi trovare un lavoro da dipendente è una vera e propria difficile missione e per questo molti giovani si affacciano al mondo del lavoro indipendente, attratti anche dall’idea di libertà che questa tipologia di lavoro offre. Sicuramente avrai ben in mente i pro e i contro del lavoro autonomo e se, dopo attenta valutazione, decidi per questa forma fiscale (ma anche di vita) allora probabilmente ti troverai a scegliere tra due diverse categorie: la ditta individuale e la libera professione.
“Meglio proporsi come ditta individuale o lavorare come libero professionista?” Una domanda che tutti si fanno e un dubbio da sciogliere quanto prima, anche grazie a questo post, dato che si tratta di due figure completamente diverse tra loro.
Libero professionista o ditta individuale: alcuni esempi
La differenza tra il libero professionista e la ditta individuale non è solo a livello di definizione, ma anche e soprattutto a livello economico. Scegliere di aprire una ditta individuale o diventare lavoratore autonomo comporta vantaggi, svantaggi e si tratta di conoscere nel dettaglio ogni aspetto per prendere davvero la decisione migliore per la propria attività professionale.
- Libero professionista: si tratta di figure come l’architetto, l’ingegnere o il lavoratore del web che, data la tipologia di servizi offerti, sono meglio inquadrabili come lavoratori autonomi con partita IVA.
- Ditta individuale: pensiamo, in questo caso ad elettricisti, idraulici e tutti coloro che svolgono un lavoro artigianale.
Vediamo allora quali sono le differenze e le caratteristiche di ciascuna delle due macro-categorie.
Perché aprire una ditta individuale: le caratteristiche
La prima cosa da fare è capire quali sono le caratteristiche della ditta individuale per valutare se è davvero il regime fiscale migliore per te. A questo proposito possiamo definire come ditta individuale l’attività che ha come obiettivo la produzione e lo scambio di beni e servizi. Un libero professionista, invece, propone attività intellettuali.
Le caratteristiche principali della ditta individuale sono:
- assenza della necessità di coinvolgere più persone, dato che come suggerisce il nome stesso non sono previsti altri soci e il titolare è uno ed unico;
- assenza del versamento di somme da parte dell’imprenditore che, in questo regime fiscale, risponde con le proprie risorse finanziarie ad eventuali problemi aziendali;
- necessità di iscrizione al Registro delle Imprese della Camera di Commercio della provincia in cui ha sede, la cui domanda va presentata con la ComUnica “Comunicazione Unica”;
- necessità di iscrizione alla gestione IVS per Artigiani e Commercianti, istituita dall’INPS per versare le imposte e i contributi.
- non obbligatorio ma suggerito avere un conto corrente ditta individuale dedicato all’impresa individuale.
Perché aprire partita IVA come libero professionista: le caratteristiche
Se decidi di aprire partita IVA come libero professionista sarai identificato come consulente, un aiuto esterno all’azienda che non avrà mai il ruolo di lavoratore subordinato. La tipologia di lavoro offerta sarà, in questo caso, il lavoro intellettuale e rientrano in questa categoria architetti, designer, traduttori e fotografi per fare alcuni esempi pratici.
Le caratteristiche principali del lavoratore autonomo sono:
- mancata necessità dell’iscrizione al Registri delle Imprese della Camera di Commercio;
- necessità di essere riconosciuti legalmente aprendo partita IVA con il modello A009 dell’Agenzia delle Entrate e l’adesione al regime forfettario o ordinario a seconda dei ricavi percepiti:
- tassazione sulla base del fatturato;
- possibilità di iscrizione all’albo della categoria professionale, ad esempio quello degli Avvocati, degli Architetti o dei Medici. In questo caso i contributi verranno versati nella cassa di categoria;
- necessità dell’iscrizione alla Gestione Separata INPS per le professioni senza albo e senza ordine.
- Non obbligatorio, ma anche in questo caso suggerito, avere un conto corrente per libero professionista dedicato alla propria attività professionale.
Differenze fiscali tra le due posizioni: il ruolo delle imposte dirette
La tassazione delle ditte individuali avviene secondo il c.d. “principio di competenza” ovvero si calcolano le imposte sulla base del reddito imponibile annuo. Questo è determinato dalla differenza tra costi e ricavi di esercizio.
La tassazione del libero professionista avviene, invece, secondo il “principio di cassa” ovvero sulla base dei compensi e dei costi relativi al periodo di imposta.
Per questo è consigliabile farsi aiutare da un commercialista e aprire un conto corrente dedicato alla attività professionale indipendente, che permetterà di tenere traccia di entrate ed uscite relative alla propria partita IVA.
Posizione previdenziale: INPS e Gestione separata
Le differenze tra ditta individuale e lavoratore autonomo riguardano anche la posizione previdenziale, dato che i professionisti si trovano davanti due opzioni diverse:
- chi fa parte di un ordine dovrà versare i contributi alla cassa professionale di appartenenza;
- chi non ha un ordine dovrà fare l’iscrizione alla Gestione Separata INPS.
Ancora diversa è la situazione per le ditte individuali, tra cui rientrano gli artigiani e i commercianti. In questo caso è richiesta l’iscrizione alla Gestione IVS per Artigiani e Commercianti sempre all’INPS. Dal punto di vista dei contributi le imposte, a parità di reddito, sono simili anche se vengono calcolate e distribuite in modo diverso nel corso dell’anno.
Consigli per la scelta: ditta individuale o libero professionista?
Ora che hai visto le caratteristiche della ditta individuale o del libero professionista, si tratta di valutare il regime più adatto a seconda della tipologia di servizio da offrire, analizzando nel dettaglio pro e contro di ciascuna scelta. Ovviamente la chiave fondamentale sarà quella di capire il tipo di attività che si porterà avanti con il proprio lavoro. Alcuni inquadramenti infatti saranno obbligati sulla base di quest’ultima.
Si tratta di valutare attentamente sulla base delle aspettative di fatturato, per identificare il regime fiscale più vantaggioso e di analizzare i costi legati all’attività.
Il consiglio valido per tutti è quello di rivolgersi a un commercialista, che entrerà nel dettaglio per quanto riguarda le caratteristiche della ditta individuale e del lavoratore autonomo consigliando la soluzione migliore per la tua attività professionale.
Oltre a questo un commercialista esperto indicherà i costi per entrambe le soluzioni e che, nel caso della ditta individuale, comprendono anche la quota di iscrizione al Registro delle Imprese della Camera di Commercio. Aprire la partita IVA come libero professionista è, invece, un’attività gratuita e anche le tasse verranno pagate due volte all’anno sulla base del fatturato.
Infine, sia il libero professionista sia il titolare della ditta individuale possono accedere a diverse tipologie di conto corrente aziendale particolarmente vantaggiosi. Anche in questo caso è importante valutare attentamente costi e benefici, per avere un’idea d’insieme e ottenere il massimo vantaggio dal lavoro indipendente.